Reflusso gastro-esofageo

Malattia da Reflusso Gastroesofageo – MRGE

Si definisce reflusso gastroesofageo la risalita in esofago del contenuto acido dello stomaco.

Quando mangiamo il cibo passa dalla bocca allo stomaco attraverso l’esofago. Tra esofago e stomaco c’è una valvola che si apre per far passare il cibo e si richiude immediatamente dopo che questo è passato per evitare che il cibo risalga.

Se la valvola non funziona bene, cioè si apre quando non dovrebbe, può capitare che parte del cibo che è già passato nello stomaco torni indietro.
Nello stomaco è presente un forte acido (l’acido cloridrico) fondamentale per la corretta digestione degli alimenti. La sua in grado di resistere all’azione corrosiva dell’acido; non così la parete dell’esofago per cui quando questo mescolato al cibo refluisce irrita gravemente la mucosa esofagea.


Quando il reflusso gastroesofageo diventa una malattia?

Tutti noi abbiamo episodi di reflusso cosiddetto “fisiologico” che non comporta alcuna conseguenza perché sono saltuari e di durata molto limitata nel tempo.

Il reflusso gastroesofageo diventa una malattia quando la risalita anomala del contenuto gastrico in esofago, o oltre, causa sintomi che alterino lo stato di benessere fisico e psichico dell’individuo e/o determini complicazioni.

Abbreviata in italiano risulta MRGE, (Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo) ed in inglese GERD (Gastro-Esophageal Reflux Disease).

Questa definizione è stata data nel­la Consensus di Montreal del 2006 e viene ancora accettata dalla comunità scientifica internazionale 1.


Dimensione del problema

La prevalenza della MRGE è alta in tutto il mondo occidentale: si stima che il 25-40% degli adulti americani manifesti sintomi da reflusso almeno una volta al mese; mentre circa il 7-10% ne soffra giornalmente.

Studi relativi all’età della maggior parte dei pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo hanno dimostrato che quest’ultima è più diffusa tra gli anziani; da questi stessi studi è emerso anche che il numero di persone con sintomi imputabili al reflusso gastroesofageo aumenta progressivamente a partire dai 40 anni.
Non esistono evidenze che testimonino una maggiore tendenza da parte degli uomini o delle donne a soffrire di malattia da reflusso gastroesofageo; pertanto, è impossibile affermare che il genere maschile sia più colpito del genere femminile, e viceversa.
Secondo alcune indagini su scala globale, il fenomeno del reflusso gastroesofageo produrrebbe sintomi con una cadenza settimanale/giornaliera nel 5-7% della popolazione totale.

Si stima che in Europa determini una riduzione del 26% della produttività, con una perdita annuale di 1 miliardo di euro in assenteismo, e che generi al sistema sanitario tedesco una costo complessivo di 4,8 miliardi di euro. (Anderson 2014)


Cause

I motivi che provocano un MRGE sono molteplici:

  1. alterazione anatomica ( ernia jatale),
  2. rallentato scarico gastrico (alimentazione ricca di grassi che rallentano lo svuotamento dello stomaco, gravidanza per aumento della pressione addominale, asma, gastroparesi, obesità ecc.),
  3. ipersecrezione acida (stress, sindrome di Zollinger-Ellison),
  4. dietetici (fumo di sigaretta, alcool, caffè, cioccolata fattori che provocano un rilassamento del muscolo cardiale)
  5. farmacologici: assunzione costante di alcuni tipi di farmaci. Tra i medicinali incriminati di avere un ruolo favorente sulla comparsa della malattia da reflusso gastroesofageo, si segnalano: gli anticolinergici (per la cura della vescica iperattiva o la nausea da cinetosi), i broncodilatatori (per la cura dell’asma), i calcioantagonisti (per la cura dell’ipertensione), i dopaminergici (per la cura del morbo di Parkinson), la progestina (un anticoncezionale utile anche nel trattamento dell’irregolarità mestruale), i nitrati (per la cura dell’angina pectoris), gli ansiolitici (per la cura dell’ansia e dell’insonnia) e gli antidepressivi triciclici (per il trattamento della depressione).

Sintomi

Può presentarsi con sintomi strettamente correlati al reflusso, sintomatologia tipica, (acido in bocca, bruciore “alla bocca” dello stomaco) ma anche con sintomi che il paziente non collega direttamente alla patologia di cui è affetto perché apparentemente non collegati, sintomatologia atipica (tachicardia, tosse , raucedine, sinusite). Non è raro che il paziente prima di rivolgersi al gastroenterologo si rechi da un cardiologo o da un otorinolaringoiatra, infatti solo il 60% dei pazienti con MRGE presenta una sintomatologia tipica.


Una diagnosi corretta fa la differenza

Se non ne viene riconosciuta tempestivamente la causa e non vengono correttamente trattati, questi disturbi possono compromettere gravemente la qualità di vita del paziente, costringendolo a sottoporsi ad accertamenti inutili e a visite specialistiche non indicate, cardiologiche, pneumologiche o otorinolaringoiatre.  In altri casi nel sospetto di malattia da reflusso, si prova ad assumere farmaci suggeriti dagli amici o da Internet senza una precisa diagnosi, con dosaggi e frequenza quasi sempre errati e con risultati quasi sempre incerti. E questo porta a ritardare anche di molti mesi una diagnosi diversa.

Un semplice test può rivelarvi se siete affetti da reflusso G-E, ma è buona norma che un individuo contatti, senza esitazioni, uno specialista se avverte bruciore di stomaco in posizione retrosternale, dolore al petto, respiro affannoso ecc.

Questa premura è d’obbligo, in quanto il quadro sintomatologico tipico della malattia da reflusso gastroesofageo caratterizza anche altre malattie, alcune delle quali possono essere molto gravi (cancro) o delle vere e proprie emergenze (es: attacco di cuore) e richiedono un intervento terapeutico immediato.


 

Patologie con espressione clinica simile alla MRGE

•      Altre forme di esofagite:

–     esofagite eosinofila
–     esofagite infettiva (batterica, virale, micotica)
–     esofagite farmacologica (FANS, bifosfonati, tetracicline)
–     esofagite caustica

•      Altre patologie esofagee:

–     disturbi motori (spasmo diffuso, acalasia, sclerodermia)
–     pirosi funzionale
–     cancro esofageo
–     malformazioni, cisti, stenosi

 

•      Patologie gastrointestinali:

–     dispepsia funzionale
–     patologia infiammatoria gastroduodenale
–     patologia ulcerativa gastroduodenale
–     cancro gastrico
–     patologia biliare
–     patologia motoria gastrica
–     Ruminazione

•      Cardiopatie (ischemiche e pericardiche)

•      Altre patologie toraciche

 


Perché è importante curare il reflusso

In molti casi il reflusso è saltuario e non da gravi disturbi: semplici attenzioni alla dieta e allo stile di vita e degli antiacidi saltuari possono risolvere il problema. Quando invece è frequente o quando i sintomi sono persistenti e vengono trascurati può diventare una vera malattia, con compromissione della qualità di vita e l’insorgenza di complicanze anche gravi . Il tipo di  complicanze varia da persona a persona. Quelle più comuni sono:

 

Particolarmente importante è lo sviluppo dell’Esofago di Barrett: la mucosa dell’esofago per difendersi  dall’acido che refluisce, si trasforma in mucosa intestinale, considerata una condizione precancerosa: non vuol dire avere un tumore  ma è un campanello d’allarme che ci consiglia un attento controllo del nostro esofago.

Infatti nel corso degli anni, se il reflusso non viene correttamente trattato, il Barrett può progredire in displasia lieve poi grave e infine cancro. Adeguati controlli endoscopici (Barrett semplice ogni 3 anni, displasia lieve ogni 6 mesi) con biopsie multiple  (anche 20-30) eseguiti da medici esperti con strumenti adeguati, possono prevenire la comparsa della neoplasia. Alla comparsa infatti di displasia grave bisogna subito intervenire endoscopicamente.


Come diagnosticare il reflusso?

La diagnosi  è prima di tutto clinica basata anche sull’efficacia della terapia antisecretiva.

Per misurare l’entità del reflusso G-E è necessaria una ph-impedenziometria: una sottilissima sonda viene posizionata in esofago e lasciata per 24 H: ci da informazioni sulla gravità dei reflussi, durata e frequenza.

Per chi non sopporta il passaggio del sondino attraverso il naso può anche essere eseguita wireless.

Per la completezza della diagnosi si associa generalmente anche una manometria ad alta definizione.

Ma l’esame più importante è la esofago-gastroduodenoscopia; una sonda con una telecamera in punta viene introdotta in esofago per valutare la presenza di eventuali danni (esofagite, ulcere, stenosi) ed escludere altre patologie (esofagite eosinofila, candidosi, neoplasia ecc). Con questo esame possiamo prelevare dei pezzettini di mucosa per studiarli al microscopio.

Se condotto con i moderni endoscopi ad alta definizione, possiamo anche scoprire la possibile trasformazione in cancro della mucosa infiammata e trattarla tempestivamente anche solo per via endoscopica.


La terapia

La terapia è inizialmente medica con farmaci che riducono la secrezione acida gastrica, senza prescindere da semplici regole dietetiche e di stile di vita.

In presenza di sintomatologia tipica si può consigliare “ex adiuvantibus” terapia anti-secretiva con PPI a dosaggio pieno: se il paziente risponde possiamo verosimilmente pensare che si tratti di reflusso e non procedere oltre nella diagnosi con diagnostica invasiva.

Nei pazienti giovani o nei quali si associa una importante ernia jatale può essere anche proposto un intervento chirurgico di “ricostruzione” della valvola di reflusso.


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