Diverticoli del colon

I diverticoli del colon sono delle piccole escrescenze che si sviluppano sulla parete del colon, che è la parte finale dell’intestino. Localizzati prevalentemente nel sigma, possono però interessare tutto il colon.
I diverticoli del colon rappresentano una patologia frequente nella popolazione in Europa; la sua prevalenza aumenta con l’età, quando cominciano a comparire le alterazioni strutturali e l’indebolimento della parete del colon. Per questo li ritroviamo raramente nei giovani, mentre ne sono colpiti 1 paziente su due oltre i 50 anni e 2 su 3 oltre i 70. Sono generalmente asintomatici per cui la loro presenza non va considerata una malattia (diverticolosi). La diagnosi è per lo più un riscontro occasionale, nel corso di un esame radiologico o endoscopico eseguito per altri motivi. Solo nel 15-20% dei casi provocano sintomi (dolori addominali, stitichezza o diarrea, meteorismo) che possono essere confusi con quelli della sindrome dell’intestino irritabile. La presenza e l’intensità dei sintomi non dipende dal numero o dall’estensione dei diverticoli. In questo caso parliamo di malattia diverticolare. Più raramente uno o più diverticoli possono infiammarsi provocando una peri diverticolite con febbre, forti dolori alla pancia e blocco quasi completo della defecazione (diverticolite non complicata). La diverticolite può però complicarsi con ascessi peri diverticolari, perforazione e peritonite (diverticolite complicata). Infine il diverticolo può sanguinare (sanguinamento diverticolare) per rottura di una arteriola del colletto; e questo si può osservare nel 50% dei pazienti anziani con diverticolosi.

Perché si formano i diverticoli e perché si infiammano

Nel caso di una dieta carente di fibre, secondo la maggior parte degli autori, i muscoli del colon debbono contrarsi con forza per riuscire ad espellere le piccole feci che si formano. L’aumento di pressione che si registra all’interno dell’intestino con il trascorrere degli anni dà luogo ad un’erniazione della mucosa e sottomucosa nel punto della parete intestinale più vulnerabile, e cioè là dove i vasi sanguigni penetrano nella parete del colon. Benché non sia stato ancora definitivamente provato, una dieta ricca di fibre (“dieta ad alto residuo”) potrebbe ridurre la comparsa di diverticoli ed il rischio che la diverticolosi diventi nel tempo sintomatica. La stessa dieta viene peraltro raccomandata anche in presenza di una diverticolosi sintomatica (malattia diverticolare) allo scopo di prevenire o ritardare la comparsa di eventuali complicazioni. Esiste un’ampia letteratura scientifica che documenta l’assenza o la minore incidenza di diverticolosi nelle popolazioni vegetariane e nei paesi in cui la dieta è ricca di fibre. All’interno del diverticolo  possono ristagnare le feci formando coproliti (piccole raccolte di feci solide) che se non vengono espulsi con il loro decubito possono determinare l’infiammazione della parete con possibile perforazione o emorragia.
Fattori di rischio per diverticolite acuta
Età, sesso, obesità, fumo Stipsi
Dieta povera di fibre, elevato consumo di carni rosse, alcool Assunzione di anti-infiammatori, cortisonici, oppiacei
Disturbi del tessuto connettivo Ereditarietà o predisp. Genetica
Non sapere di soffrirne può diventare rischioso: la diverticolosi (cioè la sola presenza di diverticoli) può infatti evolvere in diverticolite, con forti dolori addominali, febbre, nausea, vomito, stipsi o diarrea. Nei casi più gravi, ma fortunatamente rari (3-5 % delle diverticoliti), possono perforarsi provocando un ascesso o una peritonite o importanti emorragie.  
  L’emorragia è una complicanza non frequente ma di difficile diagnosi perché in urgenza il colon è ripieno di feci ed è difficile individuare la causa del sanguinamento ed eventualmente trattarla endoscopicamente come nel caso proposto dal filmato. Il ripetersi degli episodi di diverticolite, anche se non gravi, può portare ad una stenosi del sigma con occlusione intestinale. Tutte queste complicanze richiedono quasi sempre l’intervento chirurgico, con la resezione del tratto dell’intestino colpito.

La diagnosi

Quando i diverticoli sono asintomatici la diagnosi è per lo più casuale in corso di colonscopia eseguita per altri motivi. Si pone il sospetto di diverticolosi o diverticolite invece quando compaiono dolori addominali recidivanti, meteorismo, stipsi o addirittura dolore acuto con febbre. In questi casi la conferma diagnostica si può avere con un esame radiologico, Rx clisma opaco o colonTAC.  Da evitare assolutamente l’esecuzione di una colonscopia perché, soprattutto se sono infiammati, insufflando aria per procedere con lo strumento possono perforarsi.  Nel sospetto di una diverticolite acuta o di una perforazione diverticolare l’esame da fare è una TAC.

Ma come si cura la malattia diverticolare e come si prevengono le complicanze più gravi?  Dieta e Terapia1.

Diverticolosi e Malattia diverticolare in fase di quiescenza
In assenza di sintomi, è consigliata una dieta ricca di acqua e di fibre, (20-30 g di al giorno, secondo l’indicazione OMS), con frutta, verdura e cereali integrali, in grado di favorire un’evacuazione quotidiana con feci morbide. Le diete povere di scorie, contrariamente a quanto comunemente ritenuto, sono controindicate, perché favoriscono la stipsi, mentre devono essere utilizzate nella fase di riacutizzazione, cioè durante la diverticolite. Nelle prime settimane dopo un attacco acuto può verificarsi una intolleranza al lattosio: latte e derivati vanno reintrodotti lentamente nella dieta. Da sfatare la convinzione che cibi ricchi di semini favoriscano gli attacchi acuti. Gli accertamenti diagnostici endoscopici per la diagnosi e/o il controllo di diverticoli non complicati NON sono indicati. Utile in alternativa una colonTAC.


Terapia farmacologica
Il trattamento cronico con cicli mensili (della durata di 7-10 gg) di antibiotici scarsamente assorbibili (rifaximina), o di anti-infiammatori tipo mesalazina fino a qualche tempo era considerato una importante arma per evitare le ricadute infiammatorie. Nelle linee guida della Società Europea di Coloproctologia recentemente pubblicate (luglio 2020) non c’è evidenza che questa profilassi sia utile. Da utilizzare con moderazione anche i fermenti lattici utilizzati per ripristinare la funzionalità intestinale: se assunti in eccesso, potrebbero potenziare ulteriormente la flora batterica del colon favorendo la sua risalita nell’intestino tenue (sindrome da contaminazione batterica) e la comparsa di meteorismo, flatulenza, diarrea e stitichezza. In caso di disturbi funzionali, in particolare il dolore, sono utili i farmaci antispastici o anticolinergici.
Diverticolite
In caso di diverticolite, è invece necessario limitare le fibre, riducendo frutta, verdura e cibi integrali, preferendo te leggero, acqua e zucchero, centrifugati, brodi, pesce, uova per almeno fino a miglioramento della sintomatologia. Somministrare antispastici (non antidolorifici) e un ciclo di antibioticoterapia specifica per via orale. In assenza di miglioramento, nei casi a insorgenza grave della malattia o in presenza di fattori di rischio (eventuali patologie associate, immunodepressione, età avanzata), le linee guida consigliano invece l’ospedalizzazione con riposo intestinale, alimentazione parenterale, terapia antibiotica per via e.v.  
  1. European Society of Coloproctology: guidelines for the management of diverticular disease of the colon. Colorectal Dis . 2020 Jul 7

 

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