Endoscopia digestiva

Una diagnosi corretta e tempestiva fa la differenza

Le malattie del tratto gastrointestinale possono presentarsi con sintomi chiari (acido in bocca, bruciore “alla bocca” dello stomaco nel reflusso, diarrea nelle malattie infiammatorie) ma anche con sintomi che il paziente non collega alla patologia di cui è affetto apparentemente non collegati (tachicardia o tosse nel reflusso gastro-esofageo, alternanza stipsi diarrea nelle neoplasie del colon).

Molte volte però, soprattutto le malattie di tipo neoplastico, compaiono e si sviluppano senza che ce ne accorgiamo, e si manifestano solo quando sono così avanzate che la guarigione non sempre è assicurata.

L’endoscopia è il solo accertamento che può diagnosticarle in tempo.


Che cos’è l’endoscopia digestiva

L’endoscopia digestiva è una procedura che permette di vedere dentro al tubo digerente per diagnosticare le principali patologie dell’apparato digerente. Attraverso il prelievo  di pezzetti di tessuto (biopsia) possiamo avere una più precisa diagnosi istologica.  In alcuni casi con questa metodica è possibile curare alcune patologie, asportando polipi, bruciando tessuti alterati, dilatando restringimenti del canale alimentare che non permettono il passaggio del cibo.

Se sul terminale dell’endoscopio oltre alla telecamera è posta una sonda ad ultrasuoni (ecoendoscopio) possiamo fare una ecografia endoscopica e vedere al di là della parete valutando l’estensione in profondità della eventuale neoplasia e la presenza di linfonodi metastatici.

Possiamo dire  che  è l’esame principale per quanto riguarda l’individuazione, e di conseguenza la prevenzione, di neoplasie all’apparato digerente.


Come si esegue l’endoscopia digestiva

L’endoscopia digestiva si esegue con l’utilizzo tubi flessibili di differente calibro e lunghezza, a seconda degli organi che si vogliono esaminare (endoscopi), alla cui estremità è posta una microcamera che permette di visualizzare direttamente su un monitor le parti di organi esaminate.

L’endoscopio del calibro da 4 a 10 mm viene introdotto dalla bocca o dal naso per studiare l’esofago, stomaco, duodeno (esofago-gastro-duodenoscopia). Utilizzando tubi più lunghi possiamo arrivare a visualizzare buona parte dell’ileo (ileoscopia).

Per lo studio del colon si passa attraverso l’ano utilizzando strumenti fino a 13 mm.(colonscopi).

Questi esami vengono da me eseguiti tutti in sedazione profonda: il paziente dorme e non sente alcun dolore. L’unica attenzione che deve avere è quella di non svolgere attività pericolose per le successive 24 h (guidare autoveicoli, utilizzare strumenti elettrici taglienti, firmare documenti importanti ecc.).


Quanto dura l’esame

Anche se di per sè l’esame può essere molto rapido (pochi minuti), per una valutazione approfondita tutte le linee guida internazionali raccomandano di uscire una volta raggiunto il cieco in non meno di 6′-8′. Se poi dobbiamo studiare una patologia  pre-neoplastica (es. Esofago di Barrett) non meno di 8′ sono necessari per esaminare l’esofago con le nuove tecnologie (NBI, Zoom, Near Focus ecc.)


Quando fare l’endoscopia?

Subito

  • quando si presentano sintomi di allarme, (difficoltà ad alimentarsi per le neoplasie dell’esofago, stipsi alternata a diarrea o sangue nelle feci per le neoplasie del colon),

Con esami programmati quando

  • esistono condizioni  in cui è presente una familiarità per cancro
  • sono presenti patologie in cui ne è riconosciuta l’associazione (pregresse neoplasie testa-collo, radioterapia)
  • è nota la possibile evoluzione in senso neoplastico (ingestione di caustici, esofago di Barrett, pregresse neoplasie della testa-collo anche se guarite, radioterapia per l’esofago, gastrite atrofica per lo stomaco, malattie infiammatorie, poliposi per il colon).

Solo con un esame eseguito prima che compaiano i sintomi specifici è possibile scoprire il tumore in una fase così precoce da poterlo curare e guarire talvolta solo con interventi di microchirurgia endoscopica (mucosectomia, submucosectomia, ablazione termica).

Per riconoscere queste lesioni è necessaria però oltre alla competenza dell’operatore, la disponibilità di attrezzatura particolarmente sofisticata.


Quali possono essere le complicanze

Per una endoscopia diagnostica in un paziente senza patologie particolari i rischi sono praticamente assenti.
Altrimenti può esserci il rischio di perforazione dell’esofago in presenza di un diverticolo esofageo non conosciuto o di una stenosi viscerale, di emorragia in caso di varici esofagee o gastriche, di inalazione di materiale gastrico con crisi di tosse fino alla broncopolmonite ab ingestis se il paziente non è a digiuno o se è presente stasi gastrica per patologie neoplastiche o funzionali.

Altre complicanze possono essere legate alla sedazione cui si fa ricorso sempre più di frequente.


 

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